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1 aprile 2013
Stoviglie monouso in plastica, impatto ambientale e capacità di riciclo
Un lettore ci ha segnalato un interessante studio effettuato dall'Università di Trento.
La ricerca confronta stoviglie (piatti e bicchieri) realizzati con diverse materie prime concentrandosi in particolare sul loro impatto ambientale e capacità di riciclo.
Senza entrare troppo nel dettaglio lo studio è basato sull'analisi del ciclo di vita ovvero il metodo oggettivo di valutazione dei carichi energetici e ambientali potenziali associati a un prodotto nel suo intero ciclo di vita.
In un'analisi di questo tipo assume chiaramente una grande importanza lo smaltimento dell'oggetto dopo il suo utilizzo.
Ci sembra importante sottolineare le ipotesi alla base dello studio.
Si sono considerati:
- piatti in porcellana (utilizzo previsto 1000 pasti) smaltiti in discarica
- piatti monouso in plastica (PS o PP): 50% smaltimento al termovalorizzatore, 50% riciclo meccanico
- piatti monouso in polpa di cellulosa: 50% termovalorizzatore, 50% compostaggio
- piatti monouso in PLA: 50% termovalorizzatore, 50% compostaggio
Risulta fondamentale l'impatto della norma europea che da circa un anno consente finalmente lo smaltimento di piatti e bicchieri in plastica con la raccolta differenziata.
Dal punto di vista ambientale la ricerca vede in un ipotetico podio sul gradino più alto i piatti in porcellana seguiti a sorpresa da quelli in plastica, terzi i piatti in cellulosa e ultimi quelli in PLA.
Senza voler contestare la validità della ricerca osserviamo che la stessa è stata commissionata dall'associazione dei produttori di stoviglie monouso in plastica (PRO.MO) e che le ipotesi scelte sono senz'altro favorevoli alle stoviglie in plastica.
Si è ipotizzato infatti che tutte le stoviglie in plastica vengano "riciclate" correttamente mentre per quelle compostabili non si è andati oltre ad una percentuale del 50% inviate al compostaggio.
Possiamo augurarci che presto in tutto il paese la situazione del recupero delle stoviglie sia quella ipotizzata ma permetteteci di dire che al momento, purtroppo, non ci sembra ancora troppo realistica.
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Redazione
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