Per fare un po' di chiarezza vogliamo ricordare che quasi tutti gli oggetti in plastica sono riciclabili. Le materie plastiche hanno la caratteristica di poter essere riutilizzate pressochè all'infinito dopo alcune semplici operazioni preliminari.
Gli oggetti in plastica vanno prima di tutto separati in base alla resina con cui sono realizzati. Dopo un prelavaggio vengono sminuzzati con speciali "macinini". Il materiale ottenuto può poi essere lavorato con trafile in modo da ottenere dei granuli riutilizzabili nei normali processi produttivi.
Le leggi consentono di utilizzare il materiale ottenuto in questo modo solo in determinati campi, che escludono quello dei prodotti destinati al contatto con gli alimenti.
Le stoviglie in plastica fino a poco fa non potevano essere recuperate con la raccolta differenziata in quanto non venivano considerate alla stregua degli imballaggi.
Abbiamo già avuto modo di sottolineare l'assurdità di tale norma soprattutto in un'ottica di riduzione della quota di rifiuti da destinare alla discarica.
Negli ultimi mesi fortunatamente le norme sono cambiate e consentono di smaltire piatti e bicchieri di plastica attraverso la normale raccolta differenziata.
Per quanto riguarda le posate invece il problema rimane in quanto devono essere ancora smaltite con la frazione indifferenziata dei rifiuti.
Capite a questo punto che definire delle posate in plastica riciclabili ha poco senso: tutti gli oggetti in plastica sono potenzialmente riciclabili ma le posate in quanto tali non possono essere riciclate.
In alcuni comuni e zone per ovviare a un tale controsenso sono state introdotte norme che consentono di smaltire con gli altri imballaggi in plastica le posate realizzate in polipropilene, la materia prima più utilizzata nella produzione di piatti e bicchieri.
Rispetto a quelle in polistirolo (loro principale alternativa) le stoviglie appaiono meno rigide ma più resistenti.
Dal punto di vista delle proprietà termiche, gli oggetti in polipropilene tendono a "rammollirsi" prima di quelli in polistirolo. Per le posate e i loro normali impieghi però non ci sono particolari problemi.
Concludendo, secondo noi, non essendo ancora possibile adottare in modo massiccio posate realizzate con materie prime biodegradabili e compostabili, sarebbe buona cosa stabilire una materia prima da utilizzare nella produzione delle posate in plastica e consentirne lo smaltimento attraverso la raccolta differenziata.
Si otterrebbe in questo caso un risparmio legato al recupero di materie prime che possono essere utilizzate in molti settori e una riduzione considerevole dei rifiuti destinati alla discarica o all'inceneritore.