Il processo di produzione delle posate biodegradabili in bioplastiche (Mater-Bi, PLA..) è simile a quello delle posate monouso tradizionali in plastica (PS o PP).
Le materie prime vengono definite termoplastiche in quanto se portate a temperature adeguate assumono una plasticità tale da poter essere facilmente lavorate.
Il processo utilizzato è quello dello stampaggio ad iniezione ed avviene con le stesse presse utilizzate nello stampaggio delle materie plastiche tradizionali (Fig.3).
Per la realizzazione dei manufatti è necessario predisporre uno stampo che viene montato sulla pressa e deve essere collegato ad un impianto di raffreddamento per permettere la "solidificazione" dei pezzi in un tempo ragionevolmente breve.
Nella Fig.2 viene rappresentato lo schema di funzionamento dell'unità di iniezione di una pressa; la materia prima, sottoforma di piccoli pellet (Fig.1), viene caricata in una tramoggia che alimenta il cilindro di plastificazione opportunamente riscaldato, le temperature di lavorazione per le bioplastiche sono inferiori rispetto a quelle delle altre materie plastiche.
Una volta raggiunta la plasticità ideale il materiale viene iniettato in pressione nello stampo, trascorso il tempo necessario al raffreddamento dei pezzi, lo stampo si apre e vengono estratti i prodotti. Le posate così ottenute vengono poi imbustate nei diversi tipi di confezione: sfuse o singole.
Queste in estrema sintesi le fasi del processo, chiaramente esistono diverse tipologie di presse e di stampo (a seconda del numero di impronte, della presenza o meno della matarozza, del tipo di raffreddamento...) ma sono aspetti che esulano dal nostro interesse.
Come detto le temperature di lavorazione delle bioplastiche, proprio per la loro particolare composizione e origine, sono inferiori rispetto a quelle del polipropilene e ancor di più del polistirolo. Questo fatto comporta anche caratteristiche fisiche diverse delle posate: le posate in polistirolo hanno temperature di "rammollimento" più alte rispetto a quelle di polipropilene o in Mater-bi e quindi sono più adatte ai cibi caldi in quanto mantengono più a lungo la loro resistenza.
Non si devono dimenticare però i vantaggi derivanti dall'utilizzo di stoviglie biodegradabili già ampiamente descritti precedentemente.
Fig.1 - Tipico aspetto dei pellet di materia prima |
Fig.2 |
Fig. 3 - Esempio di pressa per lo stampaggio di materie plastiche |
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